La realtà che propongo non è la
realtà della nicchia ambientale immediata, che si tocca, che si sente, che si
vede.
Quella realtà, anche se ammettiamo
la differenza,
la non-appropriazione, l’autonomia parziale dell’altro
(e tale
atteggiamento d’altronde sarà considerato una forma di indifferenza), non è
ancora abbastanza informata sul suo insieme o piuttosto è troppo deformata
dalla cultura del sistema per accettare che a nostra volta possiamo godere degli stessi
vantaggi.
Amare l’altro dovrebbe
significare ammettere che possa pensare, sentire, agire in modo non conforme ai
nostri desideri, alla nostra gratificazione, accettare che viva secondo il suo
sistema di gratificazione personale e non secondo il nostro.
Ma l’apprendimento culturale nel
corso dei millenni ha legato il sentimento amoroso a quello di possesso, di
appropriazione, di dipendenza, rispetto all’immagine che ci facciamo
dell’altro, a tal punto che colui che si comportasse così nei confronti
dell’altro, sarebbe giudicato solo indifferente.
Se stai con me è perchè vuoi stare con me, se voglio stare con te è per lo stesso motivo... tutto il resto non conta.... Fuori il resto non conta.
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